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Bar è una città antica. Sulle sue origini non si hanno molte notizie precise.
Che fosse abitata sin dall'età preistorica e successivamente in epoca illirica, greca e romana, è testimoniato dai reperti archeologici di grande valore e consistenza, fra i quali: i resti del materiale neolitico rinvenuti nello scavo di un pozzo nel quartiere di Čeluga, le scuri del periodo eneolitco di Šušanj, i tumuli del villaggio di Ravanj, diversi vasi di stile a figure nere ecc. Il vecchio olivo di Mirovica è un monumento della natura che testimonia la presenza degli insediamenti e dello «spirito intraprendente» dell'uomo da oltre 2000 anni addietro.
A prescindere dalle diverse interpretazioni sull'origine del suo nome, sta di fatto che i greci la chiamavano Antibareos, i romani Antibarum e gli slavi Bar.
Una storia travagliata, ricca di avvenimenti e «gloriosa», a volte anche tragica. Vi si assistette ad un continuo susseguirsi di conquistatori e regnanti.
All'inizio del VII secolo vi si insediarono gli slavi. Nel corso del IX secolo era in mano ai signori della Zeta, passati alla storia come fondatori del primo stato slavo della regione. Il principe Vladimir scelse Krajina (Ostros) come sua capitale. Nei secoli IX e X fu inserito nel
tema bizantino di Dirahion-Prevalis.

Fu Vojslav, signore della Zeta, a liberarla nel 1042, riportando vittoria sul fortissimo esercito bizantino nella famosa battaglia di Bar, svoltasi sui pendii del monte Rumija. Michele, figlio di Vojslav, fu incoronato nel 1077, ottenendo le insegne del potere reale dal Papa. Gli succedette il figlio Bodin che regnò dal 1082 al 1101. Per intercessione di quest'ultimo, Bar, da sede vescovile fu elevata nel 1089 al rango di Arcivescovado e divenne centro religioso dello stato di Bodin. A metà dell'XI secolo apparteneva alla Doclea ed in seguito, fino al 1183, a Bisanzio, quando insieme alla Zeta entrò a far parte dello stato dei Nemanja e vi rimase fino al 1360. Fu un periodo di grande prosperità. Godeva dell'autonomia e dello status di città libera, dotatasi di statuto e di stemma, coniava le proprie monete. Stefan Nemanja, detto primocoronato, nella biografia di suo padre accennò alla «gloriosa città di Bar». Era la prima volta che il nome slavo della città appariva per iscritto. Nei decenni centrali del XIV secolo, Bar passò sotto il dominio dei Balšić, intenzionati a creare un territorio autonomo nella zona attorno al lago di Scutari. Elena, vedova di Djuradj, e Balša III scelsero Bar come capitale.
All’inizio del XV secolo si aprì un periodo di guerre che determinò un continuo avvicendarsi al potere. La citta' passò cosi' di mano in mano: nel 1404 fu sotto il dominio di Venezia, per tornare di nuovo nel 1412 ai Balšić; fu sotto la protezione del despota Stefan Lazarević dal 1421 e del despota Djuradj Branković dal 1427, finché non divenne di nuovo la capitale della Zeta. Venezia riuscì, nel 1443, a conquistare la città e i territori lungo la costa, prendendola da Stefan Vukčić Kosača. I turchi la conquistarono nel 1571. Per 307 lunghi anni rimase sotto il loro dominio, finché i montenegrini non la liberarono nel 1878. Subì distruzioni nel corso dei combattimenti. Nel tempo ebbe luogo l'esodo dalla città vecchia verso la costa, dove agli inizi del XX secolo sorse prima Pristan e in seguito la nuova città.
Il consiglio dei ministri del Principato del Montenegro deliberò nel 1908 di dare alla città che si stava costruendo, il nome di Bar. Nel XII secolo, fu scritta la «Cronaca del prete docleate» o Albero genealogico di Bar, opera storico-letteraria, prima del genere presso gli slavi del sud. Vi si trovano le storie leggendarie e la tradizione popolare dall'epoca dell'arrivo degli slavi nella regione fino al XII secolo, con particolare riferimento alla storia della Doclea (Zeta).